09/06/2021

La Stella di Dante, l’installazione ambientale di Felice Limosani al Parco di San Donato

L’opera è stata donata dalla maison fiorentina Il Bisonte

La Stella di Dante, Felice Limosani – Parco San Donato.
Presentano l’installazione il Sindaco Dario Nardella, con l’assessore Cecilia del Re e il Presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli.
Photo © Enrico Ramerini /CGE

Una vera e propria opera d’arte immersa nel parco di San Donato a Novoli, una grande stella composta da 50 alberi che di notte regala uno spettacolo ancora più suggestivo grazie all’illuminazione: l’installazione ambientale è stata progettata da Felice Limosani ed è stata realizzata con la direzione scientifica di Stefano Mancuso. Sono stati selezionati 50 querce-salicii di 30 anni, per rendere subito possibile creare un’oasi verde all’interno del parco. L’opera è stata realizzata grazie al contributo della maison fiorentina Il Bisonte, che ha deciso di condividere con la città i festeggiamenti per i 50 anni di attività.

“Ho interpretato il “visibile parlare” dantesco trasformando le stelle ricorrenti nelle frasi di chiusura delle tre cantiche della Divina Commedia in un’installazione dalla forma “vivente” – ha dichiarato Felice Limosani – Ispirandomi a Dante ho sperimentato, oltre la funzione estetica, la ricerca di connessioni più ampie dei significati che il Sommo Poeta ci ha lasciato. In questo momento storico, creare valore a lungo termine tra arte e ambiente con la persona al centro è una priorità”.

Infatti l’opera di Felice Limosani traduce metaforicamente in un simbolo le frasi che chiudono le tre cantiche della Divina Commedia: “e quindi uscimmo a riveder le stelle” – Inferno; “puro e disposto a salire alle stelle” – Purgatorio; “l’amor che move il sole e l’altre stelle” – Paradiso. 

“Immagino che se Dante scrivesse oggi – ha sottolineato Stefano Mancuso – la selva non sarebbe più un luogo così oscuro e la città celeste diventerebbe verde. Quest’opera di Felice Limosani ci ricorda che le piante possono cambiare il futuro delle nostre città”.

Un’opera d’arte che fa bene al pianeta

Le attività sono svolte con la collaborazione della società Pnat, spinoff accademico dell’Università di Firenze e la supervisione paesaggistica di Alberto Giuntoli, docente dell’Università di Firenze e ricercatore Cnr. Pnat ha calcolato i benefici della messa a dimora delle 50 querce apporteranno all’ambiente circostante nei prossimi 50 anni. 

Una quercia-salice delle dimensioni di 18 cm e 30 anni di età già al primo anno dell’impianto riuscirà ad assorbire circa 29 kg l’anno di Co2. Al decimo anno di impianto, grazie all’incremento del diametro del fusto e della chioma, lo stesso albero sarà in grado di sequestrare circa 50 kg di Co2 l’anno, al ventesimo anno 73 kg fino ad arrivare, tra 50 anni, a sequestrare circa 140 kg di Co2 l’anno. 

La Co2 stoccata dai 50 alberi aumenta fino ad arrivare a 234 tonnellate a 50 anni dall’impianto (piante di 80 di età), producendo un risparmio economico di circa 10mila euro. Questo contribuirà a mantenere la permeabilità del suolo e a migliorare il microclima, costituendo anche una importante riserva di biodiversità. La presenza del tappeto erboso selvatico, infatti, eserciterà un ‘richiamo’ sugli impollinatori, componenti essenziali dell’ecosistema urbano, in grado di contribuire alla biodiversità e al funzionamento delle infrastrutture verdi.