Nel borgo natale del pittore Andrea del Castagno è in mostra il ritratto di Dante che egli dipinse a metà del Quattrocento
Nell’ambito del progetto Terre degli Uffizi l’opera è esposta a San Godenzo fino al 23 agosto
L’affresco staccato di Andrea del Castagno con il ritratto di Dante a figura più grande del naturale torna a San Godenzo, nell’ambito del progetto Terre degli Uffizi. Il dipinto, recentemente restaurato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, è stato tra i protagonisti indiscussi della grande mostra di Forlì “La visione dell’Arte”, dedicata al Sommo Poeta, e adesso torna in Toscana, protagonista di questo grande evento. Fino al 23 agosto il dipinto potrà essere ammirato all’interno della mostra “Dante e Andrea del Castagno tornano a San Godenzo” (tutti i giorni dalle 10 alle 18), negli spazi del Centro visite del Parco delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
La celebre effigie dell’Alighieri sarà infatti esposta in questo territorio, dove l’8 giugno 1302 Dante ed altri esuli fiorentini si riunirono in assemblea Sanc Godenzo è anche la terra natale del pittore Andrea del Castagno, del quale ricorre il seicentenario, in questo caso della nascita. L’affresco verrà esposto nella frazione di Il Castagno d’Andrea, così chiamata proprio in onore dell’artista. Dante, sulla cui testa pendeva una condanna a morte, non tornò mai più a Firenze: l’assemblea di San Godenzo fu l’ultimo momento, in terra toscana, in cui accarezzò fugacemente (per poi abbandonarla) l’idea di rientrare nella sua città natale. Il capolavoro di Andrea del Castagno è uno dei più antichi ritratti – e senz’altro il più iconico – ad oggi pervenuti di Dante Alighieri, morto in esilio e riabilitato solo post mortem dalla madre patria.
Il ritratto di Dante e il ciclo pittorico dedicato agli uomini e donne illustri
L’affresco era originariamente parte di un ciclo pittorico dedicato a uomini e donne illustri del passato che ornava la villa di Legnaia presso Firenze, appartenuta a Filippo Carducci, gonfaloniere di giustizia della Repubblica fiorentina. Il tema, ricorrente nella decorazione dei palazzi pubblici e di residenze patrizie fra XIV e XV secolo, celebrava l’ingegno e la virtù di uomini e donne famosi, eletti ad esempio per i posteri.
Il ciclo della villa di Legnaia, che inizia con le figure di Adamo ed Eva, comprende tre uomini fiorentini protagonisti della storia cittadina (Pippo Spano, Farinata degli Uberti, Niccolò Acciaiuoli), tre donne dell’antichità (la regina Tomiri, Ester, la Sibilla Cumana), tre poeti toscani (Dante, Petrarca, Boccaccio). Nella seconda metà del XV secolo la villa fu acquistata dai Pandolfini e gli affreschi vennero in seguito coperti da varie imbiancature, fino ad essere dimenticati. Ritrovati nel 1847, nel 1850 furono tolti dalla parete tramite la tecnica dello strappo per opera del restauratore Giovanni Rizzoli, allo scopo di essere venduti. Acquistati nel 1852 dallo Stato toscano, allora governato dai Lorena, fino ad oggi i nove personaggi illustri si trovavano agli Uffizi nei locali dell’ex chiesa di San Pier Scheraggio, normalmente non aperti ai visitatori. Le figure di Adamo ed Eva rimangono invece nella villa Carducci Pandolfini, oggi di proprietà statale.
Il progetto Terre degli Uffizi’ è ideato e realizzato fa Gallerie degli Uffizi e Fondazione CR Firenze, all’interno dei rispettivi progetti Uffizi Diffusi e Piccoli Grandi Musei.